martedì 7 gennaio 2014

L'Epifania tutte le ginocchia si porta via

Ciao a tutti!
Che l'Epifania sarebbe stata una giornata meno semplice del solito l'ho capito in fretta. Una veloce colazione, breve ma sufficientemente lunga per ascoltare in un programma televisivo di una rete nazionale l'insostenibile litania del pulcino Pio. "Sarà proprio una giornata di merda", è il mio pensiero. Non proprio "di merda", ma sicuramente una giornata non proprio... felice.
La giornata del 6 gennaio doveva essere quella del mio rientro in Germania, e invece così non è stato. Scrivo ancora dall'Italia. Faccio un piccolo passo indietro. Era da circa tre settimane che mi trascinavo un fastidio al mio ginocchio destro. Una piccola puntura sul lato esterno, che compare un po' casualmente durante la giornata. Nulla di invalidante, ma dopo pochi chilometri di corsa affiora inesorabile. Questo è esattamente lo stesso problema che patii quattro anni fa: era inverno, e al termine della brutta stagione scomparì. Un problema temporaneo, dunque, che peraltro non si era più ripresentato. Fino ad adesso. Il persistere nelle settimane di questo dolorino mi aveva fatto temere per la corretta preparazione della prossima maratona. Non mi sbagliavo affatto.

Se non altro, nulla di rotto...

Sabato mi presento in palestra per concordare con Edoardo il programma di allenamento. Mi siedo sulla cyclette per scaldare i muscoli, come sempre. Poco più di undici minuti di pedalata leggera e voilà, il mio ginocchio è come trafitto da un coltello appena uscito dall'arrotino. Impossibile continuare a insistere sui pedali, devo fermarmi. Il mio ginocchio destro si gonfia - poco - e non mi permette di svolgere con continuità l'esercizio fisico. E i dubbi aumentano sempre più, alla ricerca di un perché, di un motivo. Anche le domande sulla possibilità di poter correre affollano la mente.
Nella giornata di domenica, il dolore non passa, anzi. Le situazioni in cui il fastidio si presenta più facilmente, come salire le scale o alzarsi dal divano, diventano sempre meno tollerabili. A volte il dolore perdura per minuti e minuti. I timori aumentano, specie dopo aver visto colleghi che dopo movimenti banali si sono trovati con un menisco rotto. Meglio fare accertamenti medici. Quindi, rientro a Schweinfurt rinviato a data da destinarsi, al termine delle verifiche cliniche. Lunedì 6 gennaio, Epifania: mi reco, con la dolce compagnia di Giulia, al C.T.O. di Torino, per iniziare a capirci qualcosa in più.
C'è da aspettare un po', in fondo anche giustamente; il mio problema non è serio come i postumi di un incidente stradale, ovviamente, e quindi non sono un caso prioritario. Finalmente arriva il mio turno, e l'ortopedico di turno, dopo alcune indicazioni da me fornite, coglie al volo il mio problema. Afferra la gamba, la piega con decisione ed un sinistro rumore, un potente "clac", si sprigiona dal mio malcapitato ginocchio. Diagnosi effettuata in pochi minuti, e poi confermata dalle lastre: condropatia femoro-rotulea. Per i non addetti ai lavori (come me, tra l'altro), si tratta di una sorta di infiammazione delle cartilagini della zona di scorrimento tra femore e rotula. I tanti chilometri percorsi e, aggiungo io, un indebolimento di alcune aree muscolari non più sottoposte a palestra negli ultimi mesi, hanno portato ad una lateralizzazione della rotula, che la porta a non essere più perfettamente in asse con il femore. Che si traduce in infiammazioni e relativi dolori al ginocchio.
Esco dal C.T.O. un pochino più sollevato. Non finirò sotto i ferri e potrò continuare a correre, non prima di aver fatto le cure e la ginnastica del caso per rinforzare quelle aree del quadricipite. Quando potrò ricominciare a correre? Ora non lo so, voglio recuperare per bene da questa sorta di infortunio. Trascurare il problema o far finta che non esista potrebbe rovinarmi l'estate (visto che qualche giorno fa non ho potuto pedalare più di dieci minuti...). E se devo rinunciare alla maratona in programma per aprile, fortunatamente non ancora annunciata, rinuncerò. In Germania ho ancora molto da imparare e da scoprire...
Sarò fedele al detto "prima la salute", insomma.
A presto!
Stefano

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