giovedì 15 settembre 2016

Berlino Express: le luci promesse

Ciao a tutti!
Mancano dieci giorni all'appuntamento podistico che aspetto da tempo, l'unico appuntamento della mia stagione 2016 con la maratona, la maratona di Berlino. Quando ci si avvicina alla meta, gli allenamenti diventano sempre più estesi, la corsa si fa sempre più lenta. Si è sempre più vicini al ritmo che si dovrebbe scandire durante la gara sui 42,195 chilometri. Per migliorare la velocità pura, ci sono le ripetute: se qualcuno mi guarda dall'alto, sa bene quanto ho investito in fatica sulle ripetute. Per migliorare la resistenza alla lunga distanza, ci sono i lunghi. E anche questi non sono stati una passeggiata di piacere.

Lungo la Mainradweg, questo rappresenta il mio punto preferito: Gädheim

Correre quando ci sono temperature superiori ai trenta gradi è difficoltoso, dai più è considerata follia. Nella preparazione per la maratona di Berlino ho dovuto purtroppo scontrarmi con il caldo torrido che ha attanagliato tutta la Germania ad agosto e che ora oggi, a metà settembre, non accenna ad attenuarsi. Al punto tale da dover saltare un lungo sul quale prevedevo di superare quota trenta chilometri (vedi post): anche rifugiarsi nei più freschi boschi della Franconia non è stato sufficiente per poter svolgere dignitosamente un lungo. Non intendo dire "non faticare", perché un allenamento non è tale senza fatica, ma quantomeno non dover trascinarsi senza senso in condizioni climatiche estreme. L'unica soluzione è stata svegliarsi di notte, per poter fare una colazione adeguata e correre durante la mattina, oppure aspettare il tramonto per chiudere l'allenamento di notte. Sacrifici che chiedo a me stesso, a chi mi sta attorno, che spero vengano ripagati fra due domeniche.

Tutti gli allenamenti cominciano con questa vista sul Meno...

Fortunatamente, è finito il tempo dei lunghi. Con l'allenamento da (quasi) 35 chilometri, ho sostanzialmente concluso la mia preparazione. Non è del tutto vero, perché farò ancora qualche test, ma non forzerò per non spendere ora le energie che potrebbero essere utili a Berlino. Più correttamente, è finito l'allenamento più duro. E l'ho concluso dando veramente fondo a tutte le mie capacità di resistenza e tenacia fisica e mentale.

...e continuano con il Mainberg, il castello sul Meno

L'ultimo lungo arriva dopo una settimana di sostanziale riposo, quella trascorsa sulle spiagge di Creta: una settimana che mi è parsa necessaria, quasi doverosa, per recuperare le tante energie bruciate durante le ripetute corse ad agosto. Mi sento bene, e fin dall'inizio corro veramente forte. Troppo forte, i primi 2-3 chilometri, un po' per la voglia di fare bene, un po' per non voler rincasare ad un'ora in cui solo la luna può illuminare la tua strada, li corro intorno a 4'30"/km. Poi decido di calmierare il mio ritmo, conscio di non poter arrivare a casa con le mie gambe. Lo sforzo iniziale però lo sento eccome, so di non avere una corsa brillante, perché intorno al quindicesimo chilometro sono già "troppo" stanco. E superata la metà corsa, so bene che tenere quel passo fino alla fine è veramente complicato.

Un rettilineo di 2-3 chilometri... infinito!

Eppure, non ho mollato, quasi fino alla fine. Pur sapendo di non essere nella migliore giornata, o di non avere due gambe brillanti, non ho mai smesso di correre con intensità, correndo anche qualche chilometro sotto 4'30"/km che, dopo aver corso già 25 chilometri, vuol dire andare forte. Anche quando le mie gambe inviavano un segnale al cervello di rallentare, ho sempre provato a mettere quel qualcosa in più per poter chiudere il più velocemente possibile. Così infatti è stato: 4'38"/km, mai così veloce sull'ultimo lungo pre-maratona. Dovrei essere contento, e invece...

Tutti i numeri dai lunghi in preparazione della maratona di Berlino

E invece non lo sono, perché i giorni successivi a questo allenamento sono stati giorni di sofferenza muscolare, che avrei volentieri evitato. A fronte di questo sforzo, non sono particolarmente soddisfatto nel confronto con la prestazione del 2015. Il miglioramento, rispetto ad un anno fa, sugli stessi chilometri è di soli 1,5 secondi. In maratona vuol dire un minuto in meno, che non è comunque poco, ma immaginavo di avere un ritmo migliore. Ci sono le attenuanti eh, il caldo, una partenza un po' veloce, scarsa tranquillità. E poi l'ultimo lungo l'ho sempre patito più del dovuto, forse perché lo sento troppo, forse gli dò troppa importanza. E va aggiunto che a Berlino, se non si scoppia di caldo, ci sono tutte le condizioni per andar forte: il suo percorso è storicamente noto per essere una tavola da biliardo. Ancora dieci giorni, per capire se le mie supposizioni sono veritiere.
Bis bald!
Stefano

P.s.: le foto di questo post raffigurano i luoghi in cui mi alleno!

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...